Scambio sul posto, cosa è?

Uno dei tanti benefici del fotovoltaico è il cosiddetto scambio sul posto. Una normativa del 2017 lo definisce come “un meccanismo che permette di immettere nella rete pubblica l’energia elettrica prodotta con l’impianto fotovoltaico ma non consumata istantaneamente”.

Cos’è lo scambio sul posto?

In questa pagina ti spieghiamo come funziona realmente lo scambio sul posto se hai un impianto fotovoltaico, fornendoti alcuni esempi e dandoti un’idea dei costi che dovrai sostenere, dei contributi previsti dalla legge e di cosa dovrai dichiarare nella dichiarazione dei redditi. Vediamo meglio nel dettaglio come funziona lo Scambio sul posto nel fotovoltaico.

Lo scambio sul posto è una reale valorizzazione dell’energia che produce il tuo impianto fotovoltaico: come abbiamo detto precedentemente, immetti il surplus di energia nella rete pubblica.

Tecnicamente, non si tratta di una vendita di energia, ma di un parziale rimborso che ti viene riconosciuto una volta all’anno.

Lo scambio sul posto è gestito dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Scambio Sul Posto

Come avviene il rimborso?

Tramite bonifico bancario, accreditato sul conto corrente che fornirai durante la richiesta di allaccio alla rete. Quando? Un primo acconto a novembre che dipende dalla taglia dell'impianto, il conguaglio poi a giugno dell’anno successivo all’immissione in rete.

Esempio: per tutta l’energia che immetti in rete nel corso del 2019, riceverai un primo bonifico a novembre 2019 e il conguaglio a giugno 2020.

Quanto viene rimborsato?

  • Fino al raggiungimento del tuo fabbisogno annuo (quota di “conto scambio”): circa 0,12 €/kWh (pari a circa metà del prezzo medio che spendi per acquistare energia dalla rete)
  • La parte eccedente: circa 0,06 €/kWh (circa un quarto del prezzo medio di acquisto) - pari al PUN (Prezzo Unico Nazionale rilevato sulla Borsa Elettrica Italiana: è il costo all’ingrosso dell’energia elettrica).

Sebbene il rimborso non sia altissimo, va considerato che lo scambio sul posto è un vantaggio secondario del fotovoltaico. Il risparmio maggiore si ottiene con l'autoconsumo, ovvero producendo ed immediatamente consumando l'energia prodotta dall'impianto. Con l'autoconsumo, l'energia prodotta dai pannelli passa direttamente agli elettrodomestici, senza passare per il contatore, e dunque non dovrai pagarla al tuo fornitore.

Esempio di Scambio sul posto

Un esempio di come funziona lo scambio sul posto di un impianto fotovoltaico ti chiarirà meglio le idee su questo servizio.

Ipotizziamo che tu abbia un consumo annuo di 7000 kWh, che il tuo impianto fotovoltaico produca 6000 kWh di energia elettrica l’anno e che il tuo autoconsumo sia del 40%.

Consumi alimentati dal tuo impianto fotovoltaico: 7000 kWh x 40%= 2800 kWh

Consumi residui da coprire prelevando energia dalla rete: 7000 kWh - 2800 kWh = 4200 kWh

Energia immessa in rete al netto dei tuoi consumi domestici: 6000 kWh - 2800 kWh = 3200 kWh

Hai immesso nella rete elettrica pubblica 3200 kWh, che ti saranno rimborsati a 0,12 €/kWh.

Se invece avessi immesso nella rete più energia di quanta prelevata, la parte eccedente ti sarebbe stata rimborsata con una tariffa decisamente più bassa: 0,06 €/kWh.

Altre domande frequenti sullo scambio sul posto


  • ​Lo scambio sul posto ha un prezzo fisso?

    No, lo scambio sul posto non ha un prezzo fisso. Il prezzo può variare negli anni, perché basato sul PUN, Prezzo Unico Nazionale rilevato sulla Borsa Elettrica Italiana. Il valore aggiornato del PUN è consultabile sul sito del GSE.

  • Quali sono i costi del servizio scambio sul posto?

    Per accedere a questo beneficio, si stipula un contratto con il GSE. Il GSE trattiene dal pagamento dello Scambio sul Posto 36,60 € (30 € + IVA) per gli oneri di gestione. I tecnici di Sungevity si occuperanno di tutte le pratiche burocratiche senza costi extra.

  • Lo scambio sul posto va dichiarato nella dichiarazione dei redditi?

    Per la quota di conto scambio (energia immessa in rete fino al raggiungimento del totale prelevato), ricevi circa 0,12 €/kWh. Questo contributo non ha rilevanza fiscale ed è quindi netto, non va dichiarato nella dichiarazione dei redditi.

    Per la quota eccedente, ricevi circa 0,06 €/kWh. Questo contributo ha rilevanza fiscale perché è una sorta di vendita. Va quindi dichiarato nella dichiarazione dei redditi alla voce “altri redditi”. Non c’è IVA, quindi il contributo è tassato in base al tuo reddito.